Il termine ansia ha avuto una lunga evoluzione. Qualche generazione fa era un termine utilizzato per indicare uno stato d’animo d’impazienza e desiderio. La prima influenza estera si ebbe coi filosofi tedeschi e in seguito con Freud. Il loro concetto di angst, nonostante il consenso non fosse uniforme, venne tradotto come ansia. Per loro è un’ansia negativa che si porta dietro un’accezione di angoscia e tensione oltre che di paura della morte. Dagli inglesi abbiamo importato invece l’accezione medica del termine anxiety che si porta dietro un significato più simile a quello di paura e pone maggiore enfasi sulle sensazioni fisiche tipiche dello spavento.
Non esiste al una definizione di ansia universalmente accettata. Alcuni studiosi hanno perfino suggerito di mettere da parte il termine in ambito scientifico in quanto può causare confusione.
Che cos’è l’ansia?
Tutti noi proviamo ansia. Possiamo considerare l’ansia come un’emozione universale, anche se non tutti gli studiosi sono d’accordo in questa classificazione. Alcuni la considerano in parte sovrapponibile al concetto di “arousal”, ovvero il livello di attivazione della persona. Insomma più che un’emozione un vero e proprio indice di quanto siamo “attivati”.
Pensa alla differenza che provi quando sei a letto la mattina rispetto a quando sei a una festa o su un ottovolante.
In quest’ottica possiamo considerare l’ansia come il mattoncino che compone lo stress. Lo stress a sua volta rappresenta la pressione a cui siamo sottoposti. Un po’ come la forza con cui viene schiacciato un oggetto che cerca di mantenere la sua forma senza piegarsi.
Possiamo dire che l’ansia sta allo stress come le fotografie ai filmati.
L’ansia si può dividere in due componenti principali uno mentale (ansia cognitiva) e uno fisico (ansia somatica).
Tendono a manifestarsi assieme ma noi variamo molto da persona a persona e c’è chi è più suscettibile a una che all’altra. L’ansia mentale ha a che fare con i pensieri e le preoccupazioni mentre l’ansia fisica comprende le sensazioni fisiche dell’ansia.
Ansia mentale (cognitiva)
- Pensieri che diventano veloci
- Aspettative catastrofiche
- Attenzione focalizzata su ciò che preoccupa
- Continue preoccupazioni
- Paura di perdere il controllo
Ansia fisica (somatica)
- Sudorazione
- Batticuore
- Tremori
- Irrequietezza
- Respiro veloce
- Bocca secca
Come gestire l’ansia?
Insomma, l’ansia l’abbiamo tutti. Anche se non arriva a un livello patologico o comunque invalidante, l’ansia è un’esperienza essenziale della vita umana. Quello che possiamo fare è imparare a gestirla. Ci sono vari modi per gestire l’ansia. Si può agire su due piani: sulla gestione dell’emozione o sulla gestione di quello che la provoca. Infatti, possiamo imparare sia a ridurre l’ansia quando si presenta, che imparare a modificare quelle interpretazioni, spesso inconsapevoli, che facciamo degli eventi in maniera da non reagire nemmeno con ansia (se cerchi un professionista continua su Psicoterapia Scientifica).
Ansia e paura
La paura è una delle emozioni fondamentali ed è per certi versi quella più simile all’ansia. Alcune volte i due termini vengono usati in maniera intercambiabile.
La paura ha tre componenti fondamentali:
- Esperienza soggettiva di timore;
- Cambiamenti fisiologici;
- Comportamento di fuga della situazione temuta.
Ansia e paura hanno diverse caratteristiche in comune:
- Attesa di pericolo;
- Apprensione e tensione;
- Attivazione fisiologica elevata;
- Stato emotivo negativo;
- Disagio;
- Orientamento verso il futuro;
- Presenza di sensazioni corporee.
Se vogliamo essere precisi, però, ci sono anche della differenze. Generalmente la paura ha un oggetto specifico e identificabile (ad es., un cane) mentre l’ansia è diffusa e senza oggetto. Distinguere l’ansia dalla paura è più facile in teoria che nella pratica e a volte risulta impossibile.
Caratteristiche della paura
- L’oggetto della minaccia è specifico
- La relazione tra minaccia e paura è comprensibile
- Solitamente episodica
- Tensione circoscritta
- La minaccia è identificabile
- Provocata da segnali di una minaccia
- Diminuisce con l’allontanarsi della minaccia
- Termine identificabile
- L’area della minaccia è circoscritta
- La minaccia è imminente
- Carattere di emergenza
- Sensazioni corporee di una situazione di emergenza
Razionale
Caratteristiche dell’ansia
- La fonte della minaccia non è chiara
- La relazione tra minaccia e ansia è incerto
- Prolungata
- Disagio generale
- Può essere senza oggetto
- Inizio incerto
- Persistente
- Termine incerto
- Mancano limiti chiari
- La minaccia è raramente imminente
- Aumentata vigilanza
- Sensazione corporee di una condizione di vigilanza
- Sconcertante
L’ansia anticipatoria
Centrale nell’ansia, come nella paura, è il concetto di anticipazione. A volte basta il pensiero di qualcosa che deve succedere per provocare una reazione di ansia o paura. Il pensiero tipico di chi è ansioso tende spesso a catastrofizzare, ovvero a prevedere in maniera molto pessimistica quello che deve succedere. Ad esempio, una persona che solitamente prova ansia a parlare in pubblico può pensare che sia molto probabile che la gente riderà della sua presentazione mentre prepara il suo discorso.
Un’altra caratteristica dell’anticipazione ansiosa è che si tende a sovrastimare l’ansia che si proverà nella situazione temuta. Questo provoca anche un fenomeno detto paura della paura. Sono in ansia all’idea di parlare in pubblico e anticipo che sarò molto in ansia in quel momento in cui prenderò la parola. Il fatto di pensare che proverò molta ansia in quel momento mi spaventa a sua volta.
In parole povere sono in ansia perché so che sarò in ansia.
La funzione dell’ansia
La paura è una reazione di adattamento che è arrivata a oggi tramite migliaia di anni di evoluzione. E’ un segnale di allarme, ha un valore informativo come una spia rossa che si accende sul cruscotto. Inoltre la reazione innescata nel nostro corpo dalla paura, detta reazione di attacco o fuga, portava con sé una grande utilità per la sopravvivenza degli animali. Alcuni neuroscienziati parlano di ansia come il prodotto di un sistema di blocco del comportamento che si attiva per evitare che in situazioni pericolose gli animali si comportino in maniera da mettersi in pericolo.
Al giorno d’oggi il termine ansia ha generalmente un’accezione negativa, ma una certa quantità d’ansia è utile per rimanere vigili ed è anzi necessario per avere una buona prestazione. La mancanza di ansia corrisponde con uno stato di rilassamento intorpidito o con il sonno non con la normale attivazione che abbiamo tutti i giorni.