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La nostra casa influisce sul nostro benessere?

Anche se a volte non ce ne rendiamo conto – presi come siamo dai numerosi impegni personali o familiari che caratterizzano la nostra giornata – il modo in cui gestiamo e arrediamo la casa influisce tantissimo sul nostro benessere fisico e interiore. In che modo di preciso? Nelle prossime righe, vediamo di capire qualcosa di più in merito.

Gli oggetti del passato

Quando si parla di come la casa influisce sul benessere, è impossibile non chiamare in causa i numerosi oggetti del passato che, senza accorgercene, accumuliamo.

Nel momento in cui ci si rende conto di aver esagerato – perché quel momento arriva e non è affatto bello soprattutto se si ha poco tempo a disposizione per riordinare – è bene fermarsi un attimo e farsi le giuste domande.

Cosa implica questo, in concreto? Il fatto di prendere oggetto per oggetto e chiedersi il motivo per cui lo si conserva. Soprattutto è il caso di interrogarsi su un aspetto: fa sentire bene o meno il fatto di tenerlo in casa.

Proseguendo con i punti da considerare quando si decide di fare decluttering e liberarsi di un oggetto, è il caso di citare il fatto di interrogarsi su ciò che si prova al pensiero di liberarsene.

I principi della bioarchitettura

Discutere su come la casa influisce sul nostro benessere vuol dire anche chiamare in causa i principi della bioarchitettura. Secondo questa disciplina, la casa deve essere considerata come un guscio costruito attorno all’uomo. Alla luce di ciò, è necessario citare l’importanza di un costante ricambio d’aria. Essenziale è altresì il controllo dell’umidità. Come ottenere questi risultati? Tra le alternative più utili al proposito è possibile citare l’utilizzo di materiali naturali non trattati.

Il valore degli spazi personali

Sono numerosi gli aspetti da passare in rassegna quando si approfondisce la questione del rapporto tra la casa e il nostro benessere (se vuoi saperne di più, vai al sito della Dottoressa Giovanna Maria Nastasi).

Tra i più rilevanti troviamo senza dubbio la gestione degli spazi. Come sottolineato dalla Dottoressa Mirilia Bonnes, direttrice del Centro Interuniversitario di Ricerca in Psicologia Ambientale (CIRPA) presso l’Università La Sapienza di Roma, quando si intraprende una convivenza, a prescindere dal motivo per cui si divide lo stesso tetto con una persona, è necessario mantenere degli spazi personali. Fondamentale è avere la possibilità di isolarsi e di non permettere all’altro (o agli altri) un accesso immediato ai propri momenti di privacy.

Una stanza tutta per sé

Approfondire l’argomento del benessere tra le mura di casa propria significa soffermarsi anche sulla possibilità di esprimere la propria intimità. La stanza tutta per sé del romanzo di Virginia Wolf è un diritto di tutti: se non si ha a disposizione un’intera stanza, basta anche un piccolo angolo. Ottima a tal proposito è la scelta di dedicarsi uno spazio per la lettura e per il relax.

Cosa fare se lo stile con cui si ha intenzione di arredarlo è lontano dai gusti del partner? Semplicemente mettersi a un tavolo con lui/lei e spiegare le proprie esigenze. Essenziale è permettere all’altra persona di esternare le sue, cercando di arrivare a un accordo per quanto riguarda la gestione degli spazi personali di ciascuno.

Conclusioni

Concludiamo ricordando l’importanza dei colori delle pareti. Sceglierli a caso è un grave errore. Il rosso per una stanza dedicata allo studio o al sonno è per esempio da evitare. In questi frangenti, è molto meglio optare per il bianco o per i toni del blu.

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