Gli animali domestici sono sempre più presenti nelle nostre case. Il cambiamento epocale dell’emergenza sanitaria ha permesso, dati alla mano, una crescita notevole, circa il 15%, delle adozioni di cani e gatti (molte persone hanno deciso di accogliere un amico a 4 zampe in casa in quanto desiderose di non rimanere sole durante i periodi di restrizione).
Quanti animali da compagnia ci sono in Italia?
Dopo questa premessa, vediamo assieme qualche numero relativo agli animali di compagnia. I dati in merito parlano chiaro: nel nostro Paese ci sono circa 60,3 milioni di animali domestici (non solo cani e gatti, ma anche esemplari come pesci, uccelli, conigli etc.). Il rapporto con i membri della popolazione del Bel Paese è di 1:1.
Il nodo delle spese
Pet economy: un’espressione con cui, da diversi anni a questa parte, chi guarda come sta crescendo e cambiando il Paese non può non avere a che fare. Non è difficile rendersi conto del fatto che siamo pronti a spendere cifre notevoli per i nostri amici animali. Basta fare un giro per le strade di molte città e notare il proliferare di punti vendita che commercializzano abbigliamento per i pet, nonché cibo e altri prodotti per la loro gestione quotidiana.
Questo settore muove somme di denaro molto consistenti: per rendersene conto basta rammentare il fatto che, nell’ultimo anno, chi ha investito nei titoli che lo riguardano è riuscito a concretizzare guadagni che vanno dal 130 al 200%.
Tornando al nodo delle spese, è naturale chiedersi quali siano le voci in primo piano. Il cibo è senza dubbio la principale. Per avere il polso della situazione e dei cambiamenti notevoli che sono stati concretizzati negli ultimi tempi, è sufficiente sottolineare il fatto che, nel 2020, il giro d’affari riguardanti i prodotti alimentari per animali domestici è cresciuto del 2,8% (contro l’1,7% degli alimenti per esseri umani). Al secondo posto, invece, troviamo igiene e benessere.
Quest’ultima voce permette di approfondire un altro trend, ossia quello del ricorso a soluzioni naturali. Dai preparati omeopatici fino ai prodotti a base di CBD venduti da negozi fisici e da e-commerce di successo come Cbdmania.it, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Per amore di precisione, è il caso di specificare che, anche quando si parla di igiene, la scelta di prodotti naturali (p.e. gli shampoo), possibilmente biologici, fa da padrona.
La crescita già prima dell’emergenza sanitaria
L’emergenza sanitaria ha indubbiamente impresso un’accelerazione. La crescita del settore pet, però, era già realtà prima del cigno nero che ha sconvolto le nostre vite. In questo caso, a fotografare meglio la situazione ci aiutano i dati del report Assalco-Zoomark. Cosa dicono? Che, tra il 2018 e il 2019, è cresciuta di sei punti percentuali la fetta di popolazione che, per il benessere degli animali domestici, spende tra i 101 e i 200 euro, una cifra che si considera importante per un bilancio familiare o personale medio.
Le sfide che attendono il settore
Oggi come oggi, il mercato pet si trova davanti a notevoli sfide. Tra queste, rientra senza dubbio l’implementazione della presenza digitale, per non parlare della cura del customer care.
Un altro aspetto da considerare riguarda l’ampliamento delle offerte di prodotti e trattamenti finalizzati al miglioramento della bellezza del manto. Non bisogna infatti dimenticare che, per tantissime persone che hanno una posizione pubblica o che utilizzano i social media per lavoro, l’animale domestico è parte integrante di un brand. Alla luce di ciò, deve apparire curato.
Ricordiamo infine l’importanza per gli attori della filiera di tenere d’occhio il mondo della pet therapy (gli animali devono essere adeguatamente formati), sempre più rilevante per la gestione di diversi percorsi di cura rivolti a pazienti di tutte le età.