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Tendinopatia del tibiale posteriore: perché è fondamentale intervenire tempestivamente

Quante volte vi sarà capitato di sentire parlare di tendinite tibiale posteriore senza però capire bene di cosa si tratti.

Ebbene, questa è l’espressione utilizzata per far riferimento ad un problema fastidioso ma allo stesso tempo risolvibile che va ad interessare la zona del collo del piede e la parte interna della caviglia.

Per poter parlare di tendinite del tendine tibiale posteriore, bisogna sapere a cosa si fa riferimento quando si parla di tendini e soprattutto cosa significa il termine tendinopatia e cosa la provoca; informazioni importanti di cui non tutti sono a conoscenza.

Cosa sono i tendini e cosa significa tendinite

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Prima di tutto è importante precisare a cosa si fa riferimento quando si parla di tendini.

Questa è l’espressione utilizzata per indicare delle importanti fibre che hanno il compito di collegare il muscolo all’osso.

In alcuni casi possono verificarsi delle lesioni a queste strutture fibrose e più nello specifico, sono solite verificarsi in prossimità delle articolazioni come ad esempio la caviglia, il ginocchio ma anche il gomito e la spalla.

La lesione dei tendini può manifestarsi tutta in una volta, senza alcun avvertimento precedente, oppure può anche essere provocata da una serie di lacerazioni che si sono verificate nel tempo causando anche artrosi del ginocchio.

In realtà sia i medici sia i fisioterapisti sono soliti indicare tale lesione con diversi termini ed espressioni; tra questi, ad esempio, vi troviamo la tendinosi, tendinite tibiale posteriore e tendinopatia.

  • Tendinosi – patologia cronica che è causata da una deformazione del tendine;
  • Tendinite – è il termine utilizzato per indicare l’infiammazione al tendine, ma è opportuno precisare che in poche occasioni l’infiammazione causa dolore;
  • Tendinosi – con questo termine si fa invece riferimento a delle piccole lacerazioni del tessuto che si verificano sia vicino sia all’interno del tendine.

Oltre a questi esiste anche un’altra condizione indicata dai medici come tendinopatia; in questo caso si fa riferimento ad una condizione che comprende sia la tendinite sia la tendinosi.

Parlando sempre di lesioni tibiali posteriori ecco che è possibile dire che all’interno di tale condizione possono far parte anche altre quattro condizioni.; ovvero :

  • La tendinite del tendine tibiale posteriore – in questo caso il tendine è infiammato;
  • La tendinosi del tibiale posteriore – in questo caso si fa riferimento ad un tendine generativo non infiammato;
  • Tenosinovite del tibiale posteriore – in questi casi ci si trova davanti ad una guaina tendinea infiammata;
  • Rottura del tendine – espressione con la quale si fa riferimento ad una condizione secondaria alla degenerazione oppure alla lacerazione del tendine.

Cosa sapere sulla tendinite tibiale posteriore

A questo punto è normale chiedersi cosa provoca la tendinite del tibiale posteriore e quali sono le cause legate a tale condizione.

A tali questioni è possibile rispondere affermando che questa condizione è dovuta ad un eccessivo carico del tendine che potrebbe essere causato sia da un peso eccessivo ma anche un sovrallenamento.

Ma non solo, anche la combinazione di entrambe le condizioni.

I motivi per i quali il tendine non sopporta un peso non sono sempre gli stessi ma, al contrario, possono essere diversi tra loro.

Tra le cause più comuni vi troviamo ad esempio l’uso di calzature poco adeguate o semplicemente il cambio di scarpe o il camminare sulle punte dei piedi, l’improvviso cambiamento della superficie di allenamento.

Ma ancora il sovra-utilizzo e il sottoutilizzo e per concludere anche la contrazione del bicipite femorale e dei polpacci e una condizione di piedi piatti.

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Diagnosi della tendinite tibiale posteriore

Fare una diagnosi di tale disturbo, ovvero della tendinite tibiale posteriore, è possibile per il fisioterapista e per il medico sportivo dopo aver sottoposto il paziente ad un’attenta analisi.

Nello specifico la diagnosi potrà essere fatta prendendo in considerazione l’anamnesi del paziente, i sintomi presenti ed elencati e per finire i test clinici a cui lo stesso paziente viene sottoposto.

È però necessario precisare che in alcuni casi potrebbe rivelarsi assolutamente necessario sottoporsi ad una risonanza magnetica.

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