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Ritardo mentale e quoziente intellettivo

Il ruolo della scuola nell’individuazione del ritardo mentale

Gli esseri umani hanno sempre qualcosa da comunicare agli altri, anche quando ci sono situazioni di svantaggio, l’uomo, pur nella sua diversità, rappresenta un valore aggiunto per i suoi simili.

Molte persone sono affette da un deficit intellettivo che determina l’impossibilità di compiere anche semplici compiti, a causa di un problema che può avere diverse cause riconducibili a disordini di tipo neurologico o a problemi genetici che non possono essere facilmente risolvibili. Rispetto ad alcuni anni fa, la situazione è molto cambiata e la scuola tende a favorire l’integrazione degli alunni che presentano un ritardo rispetto agli altri di tipo cognitivo o anche di interazione con il gruppo classe.

La scuola riveste un ruolo fondamentale nell’individuare la possibile presenza di un ritardo rispetto agli altri bambini, soprattutto nel momento in cui si rilevano difficoltà nel riconoscimento delle lettere dell’alfabeto e nei primi semplici calcoli. La scuola, inoltre, è fondamentale nel guidare i bambini affetti da deficit intellettivo alla conquista di una forma di autonomia, anche minima.

La scuola inclusiva mira ad abbattere le barriere ed a creare un ambiente accogliente anche per i soggetti svantaggiati, ma non sempre è possibile raggiungere facilmente gli obiettivi, in quanto il livello di disabilità può essere talmente grave, da rendere difficile anche solo un approccio comunicativo.

Deficit mentale e quoziente intellettivo

Nel momento in cui il disturbo viene diagnosticato, non è possibile adottare delle misure per poter contrastare il progressivo peggioramento delle facoltà detenute.  Naturalmente questo non significa che per i soggetti non ci siano possibilità di miglioramento, anzi, tutt’altro, infatti, proprio grazie all’esecuzione di specifici compiti e in seguito alla continua stimolazione da parte di esperti di questa patologia, si può approdare a una condizione complessivamente soddisfacente, certo, non è possibile puntare sul recupero delle abilità, ma, in primo luogo, si deve adottare la filosofia dei piccoli passi che porta a minimi ma costanti miglioramenti che rendono possibile un parziale recupero delle abilità.

Intanto, individuiamo con maggiore chiarezza le capacità compromesse dal ritardo mentale: i bambini in età scolare manifestano problemi legati al ragionamento, al problem solving e alla corretta coordinazione linguistica. In alcuni casi, anche compiere semplici operazioni matematiche può diventare un grosso problema. E come è logico capire il ritardo mentale incide notevolmente anche sul quoziente intellettivo. Di solito, per arrivare alla diagnosi ritardo mentale vengono somministrati diversi test d’intelligenza, in modo tale da definire il livello e individuare le aree che sono maggiormente compromesse da questo problema.

Quelli che comunemente vengono utilizzati in questi casi sono rigorosamente IQ test ufficiali come ad esempio quello disponibile nel sito testqionline.com realizzato da alcuni membri della prestigiosa Associazione Mensa della Repubblica Ceca. Quando il punteggio complessivo dei test del QI è inferiore a 70, allora si può ipotizzare che ci sia un ritardo. Naturalmente, bisogna sottoporre i bambini a tutta una serie di accertamenti per stabilire se il ritardo è dovuto a condizioni organiche o a situazioni e di disagio familiare e se può essere risolto con una terapia farmacologica o psicoterapeutica adeguata.

Per quanto riguarda la quantificazione del QI in soggetti affetti da ritardo mentale, nel caso in cui il deficit sia lieve varia da 50-55 a 70; se la disabilità intellettiva è di moderata gravità il QI oscilla da 35-40 a 50-55. I soggetti con grave e plurima disabilità cognitiva presentano un QI da inferiore a 20-25 fino a 35-40.

In alcuni casi il ritardo esordisce con un semplice deficit linguistico, il bambino non riesce ad articolare correttamente alcuni suoni e non è in grado di costruire frasi di senso compiuto. Progressivamente, si manifestano altre difficoltà relative alle abilità di lettura, alle competenze nella scrittura, alla capacità di compiere calcoli matematici di crescente complessità. In questo caso si dice che i soggetti abbiano un ritardo inerente all’ambito concettuale, ma non è solo in base a questi parametri che si può ipotizzare la presenza di una disabilità, in quanto, in alcuni casi, a essere compromessa è la capacità di creare un rapporto empatico con i compagni di scuola e con tutte quelle persone che non appartengono ad un contesto noto. In questa particolare situazione, è necessario adottare strategie mirate che si avvalgano anche del supporto di esperti psicoterapeuti che adottano tecniche mirate per guidare progressivamente i bambini a migliorare l’approccio con un nuovo ambiente, spesso si tratta di quello scolastico

I test d’intelligenza come palestra mentale

Il ritardo mentale può essere di lieve entità, ma anche talmente grave da non lasciare apparentemente spazio d’intervento. Nel caso in cui il ritardo sia lieve o moderato allora bisogna operare in modo tale da veicolare i contenuti utilizzando i canali comunicativi più disperati. L’esigenza di rendere inclusivo l’approccio didattico richiede l’utilizzo di molteplici codici. I test d’intelligenza sono costituiti da esercizi che testano la capacità di ricavare informazioni da alcune figure, quindi, la loro struttura può prestarsi anche per stimolare l’osservazione e la successiva formazione di semplici inferenze logiche. I test di intelligenza, dunque, possono rappresentare il mezzo da sfruttare per riuscire a fornire alle persone affette da ritardo mentale gli strumenti necessari per riuscire a risolvere semplici esercizi e per approdare a una migliore comprensione di determinati concetti. I test d’intelligenza, dunque, possono trasformarsi, all’occorrenza in materiale fruibile per stimolare il ragionamento e semplificare il calcolo.

Prospettive

Il QI, dunque, è uno strumento ambivalente di grande efficacia. In quanto, oltre a quantificare la gravità del ritardo, può diventare una risorsa psicologica con i soggetti meno gravi, per aiutarli a superare gli ostacoli che inevitabilmente dovranno affrontare nel corso della loro vita.

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